Abbiamo notato e verificato che in corrispondenza di tali enormi concentrazioni di energia accadono importanti benefici fenomeni. I cavalieri del Tempio di Salomone, detti Templari, sapevano perfino come fabbricare i Punti di Luce. Attraverso l’utilizzo di sacre geometrie, criptate nel sottosuolo, erano in grado di spostare i corsi d’acqua sotterranei, piegare a proprio piacimento le linee elettriche del reticolo di Curry (che d’ora in poi chiameremo reticolo C) e disegnare delle forme con le linee elettromagnetiche del reticolo H. Se osserviamo la geometria tellurica della chiesetta del XII sec., a Brenzone nel veronese, restiamo stupefatti dai diagrammi armonici desunti dal rilievo geobiologico.

Chiesetta del XII sec. d.C.
in località Campo Brenzone (VR).
Indagine geobiologica con l’utilizzo del biotester
In questo piccolo edificio sacro la studiata sovrapposizione di geometrie sacre genera una serie di Punti di Luce. Se una casuale e disordinata sommatoria del nodo H, il nodo C, la falda d’acqua sotterranea e la faglia geologica è foriera di geopatie dannose per la salute, una progettata armonica combine genera delle torri energetiche (i Punti Luce), costituite da 33 onde le cui frequenze variano dai 18.000 ai 2.500.000 di Bovis (1 Bovis = 1 Ångström = 1/ 10.000.000 di mm). Nel nuraghe Losa, ad Abbasanta nell’oristanese, le geometrie nascoste assumo un andamento matematico, assomigliando agli asintoti di una funzione, il cui centro è un Punto di Luce.

Nuraghe Losa,
loc. Abbasanta (OR),
indagine geobiologica
con individuazione di
un consistente punto
di luce

Prospetto fotografico
Considerando che tali concentrazioni di energia sono di fondamentale importanza per la vita perché non utilizzarle per il benessere, il nutrimento e la guarigione degli esseri umani? Dalla ricerca ZED sono nate così, svariate applicazioni biologiche sul mondo vegetale e animale. Eclatanti risultati sono stati subito riscontrati sulle coltivazioni di ortaggi e frutta che rispondono sensibilmente ai bioerogatori di energia e ai picchetti catalizzatori.

Bioerogatore
territoriale con raggio
di emissione pari a
km 30.

Picchetti catalizzatori per
caricare il terreno
I bioerogatori, posizionati all’interno di un Punto di Luce, sono in grado di liberare energia direttamente nell’aria e irradiarla nel terreno grazie ai picchetti catalizzatori.

Schema che illustra
il funzionamento del
sistema ZED
I biogeneratori invece, intercettano, in qualsiasi posizione vengano collocati, l’energia dei Punti di Luce per “caricare” condutture idriche, superfici piane o contenitori metallici.

Biogeneratore con indotto
terrestre pari a 4.000.000 di
Bovis

Collegamento del
biogeneratore con
la rete idraulica
I bioerogatori territoriali sono di potenza variabile e possono coprire superfici il cui raggio oscilla dai 5 ai 100 Km, mentre i biogeneratori possiedono un indotto terrestre che varia da 1.000.000 ai 3.000.000 di Bovis.